Sentirsi sperduti: alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Eccomi qui seduta a scriverti, e come di consueto ti parlo di letteratura per l’infanzia (ma non solo).
Nelle mie scorribande alla ricerca di storie, personaggi ed emozioni tra le pagine della letteratura per l’infanzia e adolescenza mi sono imbattuta in
Giuseppe Rizzuto è, come lui stesso si definisce, socio sognatore della Casa Officina sin dalla sua fondazione nonché professore di cinese. Casa officina nasce a Palermo nel 2009 e vuole promuovere un’educazione fondata sull’ascolto attivo, la cooperazione e il plurilinguismo attraverso una proposta educativa basata su ricerca e pratiche innovative mantenendo viva la collaborazione con il territorio e aprendosi al contempo a realtà nazionali e internazionali.
Un libro che ha catturato subito la mia attenzione per la qualità delle illustrazioni di Luisa Montalto, che introducono la tradizione cinese legata alla cura della scrittura e alla sua costante pratica, evocative di spazi e luoghi che Li Dan, protagonista della storia, conosce bene e che ci vengono raccontate con estrema delicatezza, basti pensare che le tavole originali sono state, infatti, realizzate con inchiostro cinese su carta di riso.
Ed eccoci lì già nelle prime pagine venire a contatto con gli strumenti della scrittura: pennello, inchiostro, acqua e pietra per l’inchiostro: Li Dan vive in Cina e sta imparando a scrivere.
Tu, ricordi quanto difficile sia imparare a scrivere?
Spazi con illustrazioni a piena pagina si alternano ad un testo breve, fino a quando il testo è immagine e l’immagine testo: veniamo a contatto con i caratteri cinesi sin da subito. Li Dan si sta esercitando a scrivere parole come; piccolo, grande, sole, sera, luna… fino a quando l’inchiostro scivola via dal pennello e un piccolo puntino cade sul foglio.
Lo sguardo di Li Dan se dapprima è catturato dal puntino sulla pagina, in seconda istanza viene rapito dal vedere fuori dalla finestra i suoi amici giocare: è lì con loro he vorrebbe essere e correre libero.
Ecco che inizia il viaggio del nostro puntino, un viaggio alla ricerca di sé stesso.
È il puntino come Li Dan o Li Dan come il puntino? I due sono uniti da una ricerca incessante: dove dovrebbe stare, cosa diventare?
Il puntino inizia a domandare quindi ai sinogrammi se può aggregarsi a loro, ma ognuno di loro gli spiega che, se si fermasse e si unisse a lui allora la trasformazione del senso e del significato si modificherebbero per sempre: è escluso potersi unire così.
Puntino, che è anche un po’ Li Dan, si arrabbia così tanto da trapassare il foglio e trovare finalmente uno spazio tutto per sé, un luogo che è pronto a farlo sentire accettato; è finalmente a suo agio: Li Dan finalmente corre felice.
Un racconto che non solo affascina per la grande qualità illustrativa, ma che attraverso la costruzione narrativa ti racconta e ti rammenta quanto difficile sia o sia stato immergersi nel mondo dell’apprendimento legato alla lettoscrittura qualsiasi sia la tua lingua, quella frustrazione e solitudine provate che per molti è un lontano ricordo, ma per altri no.
Ed è proprio qui che mi vengono in mente tutti quei bambini, ma anche adulti, che si trovano a dover imparare una lingua nuova: disagio e ansia da prestazione sono le prime emozioni che ho provato io, per esempio, tutte le volte che mi sono trovata in questa situazione, accompagnate da euforia e curiosità di esprimermi in un nuovo idioma. Penso, anche a quei bambini che crescono con più lingue e lavorano ogni giorno con i loro adulti di riferimento per mantenere viva la lingua familiare: un’occasione per dare spazio alle proprie radici e non sentirsi sperduti nel mondo.
Il puntino sperduto rappresenta pienamente quella difficoltà di adattamento e quella ricerca costante provata durante l’infanzia, ma sperimentata anche da adulti, non negarlo: integrarsi non è semplice, la paura del cambiamento e del conoscere qualcuno o qualcosa sconosciuto, dare e darsi un nuovo senso e un nuovo significato è complicato.
Ma quest’opera edita da Splen edizioni ti consente anche di avvicinarti a un idioma che magari, ora, non hai intenzione di imparare e renderti conto della sua magnificenza e del suo essere articolato: una grande opportunità di abbracciare questa cultura millenaria, di poter provare a scrivere guardando i caratteri presenti nel libro e perché no andare alla ricerca di nuovi.
L’errore, il cadere involontario dell’inchiostro, in” Il puntino sperduto” diventa gioco di fantasia e riporta alla memoria Gianni Rodari, che nell’errore vedeva creatività e possibili nuove storie da raccontare.
Un puntino e un bambino, un bambino che si sente come un puntino alla ricerca della sua strada, una ricerca che riguarda un po’ tutti, anche te che stai leggendo.
Se il plurilinguismo è un argomento che ti interessa oggi ti suggerisco il progetto Multilingual Families di Ute Limacher-Riebold e Chryssa Oikonomidou, al quale ho il piacere di collaborare come creatrice di contenuti, visita QUI il sito internet per accedere a risorse e articoli di approfondimento.
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