Il 26 marzo alle ore 16:00 avevo un appuntamento importante, avevo pagine da leggere e personaggi da far vibrare, tempo, cuore ed emozioni da condividere.L'appuntamento era con Mamma Lingua, la biblioteca del circolo culturale S. Amadori di Bolzano, una biblioteca interamente dedicata a giovani lettori, bambini e adulti che quel pomeriggio ci avrebbero accompagnati.
La lingua spagnola era una delle lingue protagoniste della giornata ed io ne ero la rappresentante.
Una lingua che amo profondamente e che è stata la mia mamma lingua per più di dieci anni: una lingua che mi ha accolta, coccolata, messa alla prova e fatto sentire a casa.
La valigia di Mamma Lingua è ricca di colori, di suoni e di profumi che arrivano da Paesi lontani.Ti porto con me in un breve resoconto della mia esperienza.
Per rompere il ghiaccio ho cercato di introdurre alcuni Paesi di lingua spagnola attraverso un piccolo gioco/quiz, molto semplice, usando un'iconografia che potesse catturare la loro attenzione e la loro partecipazione:
Ti starai chiedendo quali libri abbiamo letto in quel soleggiato pomeriggio, libri che ho amato moltissimo, alcuni sono sicura che li conoscerai anche tu:
Devo confessare che per Camila e la oruga glotona ho sempre avuto un debole, mi hanno accompagnata in molti momenti di lettura con mia figlia, sono due protagonisti forti che si preparano al cambiamento vivendolo appieno in tutte le sue sfumature.
Ho provato a far vivere tutti questi libri, far toccare con mano ai bimbi e adulti presenti, tutti i protagonisti delle pagine del libro.
Per questo ho creato per "Cebra Camila" una linea temporale, un canovaccio della storia, creata con materiali di riciclo, con i personaggi che la caratterizzano e farli, così, uscire dalle pagine in qualche modo.
Per la "Pequeña oruga glotona" ho creato una marionetta di carta, con il prezioso aiuto della mia bimba, con un sacchettino di carta, pittura e tanta voglia di giocare.
Papà Oso, invece, ha preso vita, si è impossessato letteralmente della mia testa e da quel momento in poi io ero Papà Oso.
Con "Aquì veo", accompagnati dalla musica di Veo Veo, con il prezioso aiuto delle bibliotecarie Maria e Stefania, abbiamo giocato ad una caccia al tesoro collettiva, dove i bambini hanno potuto vivere il libro e usarlo come gioco. Insieme a Maria e con la mia assistenza è continuato il momento di gioco : una pesca di parole e immagini, di lingue diverse, ma unite all'interno un cesto di vimini.
L'energia che mi ha pervasa, la curiosità dei bambini, i loro occhi, aver condiviso con loro la mia Mamma Lingua, essere stata parte di questo bel progetto, la passione che ho visto nel lavoro di Maria e Stefania e della Sig.ra Michela della Provincia di Bolzano, mi hanno regalato dei ricordi che mi accompagneranno per sempre.
Ho pensato come ringraziamento di creare un Padlet dove ho condiviso delle risorse interessanti per poter approfondire, tornare e rileggere le bellissime storie vissute insieme, lo trovi QUI.
Ho inoltre proposto anche ad un'attività che ho donato alle persone intervenute quel pomeriggio, ve ne lascio un assaggio.
Vorrei concludere questo mio racconto sottolineando l'importanza di progetti come Mamma Lingua, che alimentano il diritto di tutti i bambini di poter vivere la loro lingua di famiglia, donando loro visibilità all'eterogeneità linguistica presente sul territorio, L'invito che ti faccio è quello di cercare il presidio Mamma Lingua più vicino a te e continuare a coltivare la vostra lingua, le vostre tradizioni attraverso la musicalità delle parole, i protagonisti e il rumore delle pagine dei libri: creerete, così, dei ricordi indelebili legati alla vostra cultura, stimolando i vostri bambini a viverla con voi.
(Tutti i diritti riservati, se vuoi usare i materiali, le immagini o le informazioni presenti sei pregato/a di contattarmi)
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