L’albero di ginepro - Fratelli Grimm: un classico da leggere durante il periodo di Halloween
Ho sempre amato questo periodo dell’anno, non tanto per l’aspetto commerciale che lo caratterizza, ma soprattutto per quello più spirituale.
Ho, infatti dei chiari ricordi, di mia nonna che durante questi giorni preparava un tavolino con una tovaglietta ricamata con le fotografie di famigliari deceduti: una candela, dell’acqua e del pane.
Sempre, ogni anno, fino a quando ne ha avuto le forze.
E poi il dolce dei morti, buonissimo della tradizione pugliese: grano cotto, pezzi di cioccolato fondente, melo grano, noci e vin cotto. Un dolce che seppur si chiami “il grano dei morti” è un inno alla vita: il grano e il melo grano sono infatti simbolo del ciclo della vita, di nutrimento e rinascita.
Ed è in questa ottica che vi propongo una lettura cruda, un classico che non lascia d’essere contemporaneo nel quale la spiritualità e la rinascita hanno un grande ruolo.
“È cosa di tanto tempo fa...”
Questo è l’inizio di una delle fiabe più oscure dei Fratelli Grimm: L’albero di ginepro.
L’hai mail letta?
Io ti propongo la versione contenuta in:
Grimm, J., Grimm, W., (2015), Tutte le fiabe. Prima edizione integrale 1812-1815, illustrazioni di Negrin, F. , Roma: Donzelli.
Non ti voglio svelare troppo nel caso tu non l’abbia letta: la vicenda narra di una giovane donna e un giovane uomo benestanti che desideravano un/a figlio/a e purtroppo non ne avevano ancora avuti. La giovane un giorno si tagliò con un coltello e tre gocce di sangue caddero nella neve (che altra fiaba ti ricorda questo?) ed espresse il desiderio di un figlio. La narrazione ci indica uno scorrere del tempo lento e inesorabile che porterà sì una nuova vita, il figlio tanto desiderato, ma anche alla morte della giovane madre la quale venne seppellita sotto un albero di ginepro del suo giardino come lei desiderava, albero dove il tutto ebbe inizio.
Il padre, una volta superato il lutto, sentì l’esigenza di risposarsi, con un’altra donna, madre di Marlene, che naturalmente provò ostilità sin da subito per il figliastro come in ogni fiaba che si rispetti.
Ed è in questa relazione di odio e ostilità che la nostra vicenda si sviluppa.
Un giorno l’ostilità però si trasforma in crimine; galeotto un cassone pieno di mele.
Le mele: altro frutto ricco di simbologia e rimandi ad altre fiabe e narrazioni antiche porteranno alla morte del giovane protagonista, la cui morte verrà fatta ricadere sulla giovane Marlene (conosceranno i proprietari della grande azienda produttrice di mele dell’Alto Adige che una Marlene, golosa di mele, è uno dei personaggi chiave di una fiaba dei Grimm?).
I resti del povero bambino verranno usati per preparare una zuppa cucinata da matrigna e sorellastra, zuppa che verrà mangiata con molto gusto da un ignaro padre.
Ritorna in un qualche modo un tema mitologico: il mangiare, uccidere i propri figli per non perdere il potere, le ricchezze è un tema che ritroviamo nella mitologia greca e in pittura: mi torna alla memoria Saturno che divora i suoi figli di Goya o Saturno di Rubens, i quali, trattano questa tematica con forza coloristica senza eguali. La stessa ingordigia di potere porta, infatti, la matrigna al brutale assassinio.
Come ti dicevo non voglio svelarti troppo, ma ti dico che Marlene distrutta dal dolore raccoglie gli ossicini del fratello che il padre butta sotto il tavolo e li seppellisce sott l’albero di ginepro. E lì in un rincontro spirituale tra madre e figlio succede qualcosa di inaspettato, una trasformazione che riporterà luce e vendetta alla nostra storia.
Come potrai vedere come in altre fiabe, probabilmente più note, ritorna l’elemento numerologico del tre (tre gocce di sangue, tre visite per raccogliere gli oggetti necessari) e in tre rimarranno finalmente i personaggi della vicenda, una storia che potrebbe crearti qualche remora, ma che grazie al suo incipit che ti porta in un tempo chiaro e lontano e grazie alla musicalità del testo che rende terrificante e affascinate allo stesso tempo la vicenda per il lettore amante della fiaba classica indipendentemente dalla sua età.
Spero ti sia piaciuto questo mio consiglio di lettura.
A presto,
Jessica Paolillo
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